E’ possibile visitare Palermo in 24 ore? Visitarla tutta senz’altro no, respirarla sì, assaggiarla anche, soprattutto se si ha in mente un obiettivo gastronomico.
Tanto per iniziare a ‘carburare’ si parte con una colazione alla pasticceria Cappello, dove il dilemma è se tenere gli occhi più appiccicati (verso il basso) ai dolci nelle vetrine del bancone o (verso l’alto) alle targhe appese alle pareti, che raccontano il passato e la storia di questo luogo ‘di culto’. Dato che io non sono riuscita a decidermi sulla questione, i miei occhi, come palline da ping pong, hanno giocarto una partita senza fine in verticale.
Dalla ‘scontata’ pasticceria, si passa ad una insolita sosta barba e capelli per il consorte, che da quasi 12 anni aspirava a tornare dallo stesso barbiere palermitano in zona Piazza della Marina, che all’epoca lo aveva deliziato con un massaggio memorabile.
Ristorati e belli pettinati, iniziamo il nostro tour da Piazza della Marina, a pochi passi dal mare: una delle più grandi piazze di Palermo, il cui centro è occupato da una grande villa e da un parco, dove troneggiano ficus centenari giganti, un assaggio del giardino botanico di Palermo.
Piazza della Marina è anche l’ideale per iniziare una piacevole passeggiata nella parte più antica della città, alla scoperta di vicoli pieni di venditori semiambulanti, su per via Vittorio Emanuele fino ai mercati Ballaró e Vucciria: luoghi densi di colori, puzze e odori magnifici, voci tamburellanti, banchetti di pesce fresco e animali scuoiati.
A terra di tutto: piedi di uomo e code di pesce, carte, cartine e cartacce, mozziconi di sigarette, pezzi di verdura e acqua sporca, briciole di cannolo e musi di cani che catturano come aspirapolvere tutto il possibile, commestibile e non, compreso il mio Pachino, evidentemente posseduto, per tutto il tragitto, da uno spirito maligno che gli impartiva ordine di risucchiare tutto come un’idrovora.
E tutto quel piacevole orrore, insieme al caldo atroce che ti ha offuscato la mente, finiscono, appena fuori dalle strade brulicanti, in una pozza d’acqua ai piedi di una fontanella, che ha l’aria di un miraggio e dove è impossibile resistere alla tentazione di lavarsi la testa sotto l’acqua freschissima: chiunque passa si mette in fila e compie questo gesto rituale e istintivo quanto il respirare.
Per un attimo dimentichi dove sei. Poi alzi lo sguardo ancora offuscato e ti ritrovi davanti ad un’immensa cattedrale, accesa dai colori del sole e della terra: è la cattedrale di Palermo, dallo stile normanno, con successivi innesti architettonici, come la sua cupola del settecento.
A pochi isolati il palazzo dei Normanni, e al suo interno la cappella Palatina, che con i suoi ricchi mosaici è una delle chiese più preziose di Palermo.
Ma non volendo perdere di vista l’obiettivo gastronomico omnipresente, è già ora di rinfrescarsi di nuovo con una granita di gelsi (sempre se è periodo) al bar-chiosco di fronte al palazzo, al centro di piazza Indipendenza. E’ la migliore che io abbia mai mangiato, a pezzettoni di gelsi e di ghiaccio, più simile nella consistenza a quella che a Roma chiamiamo ‘grattachecca‘.
Per quelli come me, a cui questo coraggio purtroppo è mancato, ci sarà comunque l’imbarazzo della scelta, tra sarde a beccafico, panelle (frittelle di farina di ceci), crocché (o ‘cazzilli’, cioè crocchette di patate), arancine e caponatine di melanzane.
A pranzo, altra tappa d’obbligo è la Focacceria San Francesco, dove assaggiare, per chi ne ha il coraggio, u pani ca meusa, cioè il pane con la milza.
Nel pomeriggio c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra un giro spensierato nella parte meno antica e forse più ‘ordinata’ della città, bella ma forse meno caratteristica del centro vecchio, una passeggiata all’Orto botanico, un luogo magico di vita vegetale, oppure (o anche) un altro giro in pasticceria, questa volta da Oscar, ad assaggiare il vero ‘gelo di mellone‘.
La sosta per l’aperitivo si puó fare da Pizzo&Pizzo, per ogni genere di aperitivo-cena e finger food. Purtroppo io l’ho trovato chiuso e non l’ho sperimentato, ma mi fido ad occhi chiusi dello chef siciliano Marcello Valentino che me lo ha consigliato, visto che, su sua indicazione, per cena ci siamo spostati a Porticello, al ristorante Faro Verde, dove abbiamo mangiato il pesce come meglio non si puó. Degni di nota i turbantini di spatola con caponatina e fonduta di formaggio.
In alternativa all’aperitivo in centro, si può tornare verso il mare, per una sosta sul grande prato del Foro Italico ed un gelato, a scelta tra uno ‘spumone‘, uno ‘spongato‘ o un ‘pezzo duro‘…oppure una granita, un gelo o un sorbetto…proprio tutti tutti sanno di cosa sto parlando?
Se c’è ancora spazio per una cena di gusto e non c’è modo di spostarsi fuori Palermo per una cena al Faro Verde di Porticello al Bye Bye Blues di Mondello, vi lascio delle indicazioni per cenare a Palermo, fornitemi prontamente dai miei amici foodies di Gente del Fud: Osteria ai Vespri, Baglio degli antichi papiri, il Ghiottone, la Trattoria Primavera, Donna Ina e…per chi non avesse voglia di sedersi con le gambe sotto al tavolo…i muretti di Palermo e i suoi meravigliosi mercati….per un ottimo cibo da strada come queste panelle qui sotto!
Con questo post ho il piacere di ‘tagliare il nastro’ d’inizio della mia collaborazione con il Cavolo Verde, una rivista Food & Wine di informazione e aggiornamento enogastronomico, che ha il più grande pregio di voler diffondere la cultura del bere e del mangiar bene attraverso gli ingredienti più significativi di una buona cucina: la passione e il divertimento. Chi mi fa un in bocca al lupo? 😉
P.s.: vi prego di non far caso agli spazi (mancanti) dopo la punteggiatura…oggi il mio pc non ne vuole sapere di prenderli in considerazione…
annaferna says
Palermo è bellissma ha lasciato in me una nostalgia incredibile!
Congratulazioni e in bocca al lupo!
Spero mi perdonerai se prendo la foto della grande mente che oggi ci ha lasciato per ricordarlo anch’io nel mio semplice blog.
un bacio
p.s.
se la cosa ti da fastidio fammi sapere che provvedo, ma , sai, questa sua è la foto che più mi piace.
max says
PALERMO mi manca e anche tanto…dopo due anni passati li ci si immanora…ciao e buon we.
symposion says
da quanto non vado a Palermo, una città affascinante e bella!
ma in bocca al lupo per la collaborazione con il Cavolo Verde!!!
un abbraccio e buon we!
Wanesia says
sto partendo appunto domenica per quasi un mese….oddio mi hai fatto vedere la focacceria di S Francesco per poco non svenivo,un panino con la milza ,ma che dico anche due 😀
Eva says
Palermo: le più grandi abbuffate della mia vita.
Baci
Isaac says
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Gianni says
A palermo ci sono stato solo una volta e per un solo giorno….ma mica l’ho vista tutta….tutta colpa del fatto che mi sono soffermato troppo….a mangiare! Un bacio
ackyart says
@Annaferna: meno male che già ti avevo risposto da te!! certo che puoi!! io l’ho presa dal sito della apple
@Max: non oso immaginarfe due anni…se solo un briciolo mi è bastato per rendermi conto del suo fascino…baci e grazie di essere passato a trovarmi!
@Symposion: allora è arrivata l’ora di tornarci! 🙂 che posto…
@Wanesia: ma pensa che coincidenza! allora buon divertimento!
@Eva: ahhhaahhhhh associazione unidirezionale!!
@Gianni: senza nulla togliere alle bellezze di Palermo, mi rendo conto che almeno per noi….è la cosa più importante…perciò hai fatto bene!
Patty says
Aky, premetto che una giornata a cucinare con te la passerei subitissimo anzi, secondo me dovremmo inventarci qualcosa del genere con altre amiche blogger e divertici insieme a pasticciare. Da pensarci su! A Palermo ci sono stata una volta, anche io per una giornata e non la scorderò più. Un luogo in equilibrio tra oriente e occidente, con una luce meravigliosa e gente fantastica che vorrei incontrare ogni giorno. Anche io sono rimasta sorpresa dagli alberi di Ficus, che noi teniamo in salotto come piantine di appartamento. A Siviglia sotto ci allestiscono bar e ristoranti. Questa cosa non è magica? LA pietra rossa della cattedrale, come quella del Teatro Massimo ti rimangono dentro. Per non parlare del cibo. Ho visto cavolfiori grandi come cocomeri, arance, arance a non finire e mi sono rovinata con i dolci. Vorrei tornare, mi hai fatto venire nostalgia. Ho lasciato un pensiero su Steve da Muscaria. Ti abbraccio cara, Pat
Federica says
La foto al giardino botanico m’ha lasciata senza fiato. Quell’albero è stupendo. Bellissimo tour virtuale in una città che spero di poter visitare un giorno, magari la prossima estate. Un bacio, buon we
titty says
Copio questo post per una mia (spero) prossima visita a Palermo. Le indicazioni servono sempre soprattutto se le ora a disposizione sono poche! grazie per dritte ; )
cindystar says
ciao angela!
porto nel cuore un ricordo struggente di palermo, dei suoi giganti verdi (ho dormito in un B&B con la finestra proprio sull’Orto! e ho pranzato a casa di amici con un Orto B. invece di un giardino!), del ballarò così animato e colorato, delle strade e stradine dai nomi fantasiosi e arabi, di splendidi palazzi di storie antiche, di quanto sia riuscita ad assaggiare in un frettoloso (e purrtroppo afoso) andirivieni per la città … ma mi sono promessa di ritornarci con più calma, è una città troppo affascinante e congtradditoria, e la generosità dei siciliani è immensa!
un abbraccione ed un in bocca al lupissimo per questa tua nuova avventura!
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obtained near the surface, but that have been abandoned for want of capital.
Much maudlin sentimentally, and a lot empty declaration, are already written
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with death.
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