Generalmente compro i carciofi giù puliti e, di solito, aspetto Lui, il carciofo per eccellenza, il carciofo romanesco, più o meno in questa stagione.
Ma stavolta è diverso, ho tra le mani otto carciofi grandi e di bell’aspetto. Hanno fatto 500 km per raggiungermi. Sono partiti da Brindisi sabato mattina per arrivare alla mia porta sabato sera, nelle mani della mia amica Maddy e dei suo quattro figli. Mi sono stati regalati e consegnati con le parole: ‘la gente del sud quando la inviti a casa … porta i carciofi!‘. Non un dolce o una bottiglia di vino, proprio no. I carciofi, da pulire ovviamente. In quel momento ho pensato ‘questa è proprio amica mia’, da 25 anni. Il feeling in un’amicizia si vede dalle piccole cose.
Da un week end piovoso, che non promette niente di buono, già non ti aspetti che possa lasciarti momenti bellissimi, trascorsi in casa, con il calore di molte delle persone che ami di più, da ricordare per sempre. Figuriamoci se ti aspetti che possa anche regalarti l’emozione di un tuffo del passato, a causa di otto semplici carciofi.
Perché questi carciofi di cui pregusto il sapore vanno puliti e qualcuno dovrà pur farlo. Ci ho provato a mollare la patata bollente a mio cognato, domenica, ma niente, è toccato proprio a me 🙂 E come si fa? Mentre un po’ mi impigrisco e un po’ mi appanico all’idea di non saperlo (più) fare, ecco che i ricordi affiorano vivi, come parlare, come scrivere, correre o camminare.
E ripenso a quando passavo ore a pulire carciofi con mia madre, a quando il mio compito era quello di togliere le prime foglie, assaggiandone la base bianca, e a quelle volte che le riconsegnavo invece un carciofo spoglio, o solo il suo gambo, perché mentre lei era presa a tagliare, pulire e passare il limone con i guanti, non si era accorta che io lo avevo divorato tutto crudo…e quante risate.
E così in automatico, senza troppe incertezze (per le quali c’è mio cognato superbravo in salotto), prendo una ciotola e la riempio di acqua e limone e comincio a tagliare una parte del gambo (da pulire e non buttare!), togliere le foglie, fino ad arrivare a quelle un po’ più tenere, a quelle con la base bianca. E’ un’operazione fondamentale, questa, perché se ti fermi prima avrai foglie dure e immasticabili tra i denti una volta cotto e rovinerai tutto, se ti fermi dopo…avrai sprecato più di mezzo carciofo. Una volta scelta la misura giusta di foglie da levare, taglio la punta delle foglie rimanenti. Come? Non con un taglio netto, verticale, squadrato. Ma con un taglio particolare, di sbieco, quello che mi ha insegnato mia madre per togliere le parti più dure e non sprecare le parti più interne e tenerelle, e che trovo incredibile sia rimasto nella mia memoria per più di 30 anni, per riaffiorare proprio in questo momento che mi serve.
Sbalordita (e mezza invasata) vado avanti, tolgo la parte esterna partendo dalla base del carciofo fino ai gambi, li massaggio con mezzo limone e li immergo nella ciotola acidulata. Finisco così tutti i carciofi alla perfezione, come se lo sapessi fare, come se lo facessi tutti i giorni, ed in effetti – attonita – mi accorgo che LO SO FARE.
Perché è incredibile come certi ricordi non si cancellino, restino stampati nel cuore e nella mente, che tu lo voglia o no. E in questo caso sono immensamente felice che tu, Madda, me li abbia riportati tra le mani. Scende una lacrima non troppo virtuale di gioia interiore per me, al sapore di carciofo 🙂
Questi sono i classici carciofi alla romana, rigorosamente come li faceva mia madre. Se il carciofo è buono e di qualità non chiede altro che stare a braccetto con il suo aglio e la sua amata mentuccia, nulla di più.
CARCIOFI ALLA MENTUCCIA
8 carciofi – 2 limoni (per pulirli) – un mazzetto di mentuccia (in mancanza, menta) – 4 spicchi di aglio – olio extravergine d’oliva – sale
Lava i carciofi e puliscili (come descritto sopra). Lava, asciuga e sfoglia la mentuccia. Tritala grossolanamente con le mani. Pulisci gli spicchi d’aglio e dividi ciascuno a metà. Con le dita allarga leggermente le foglie del carciofo, al centro, come per arrivare al cuore, in modo da far spazio alla mentuccia e all’aglio. Inserisci quindi un po’ di mentuccia e mezzo spicchio d’aglio in ciascun carciofo. In una pentola dai bordi alti scalda abbondante olio e, una volta caldo, disponi i carciofi uno accanto all’altro, a testa in giù. Adagia nella pentola anche le parti di gambo rimaste e pulite (nulla si butta). Fai soffriggere per alcuni minuti, quindi irrora con mezzo bicchiere d’acqua (o più), in modo tale che 1-2 cm di carciofo siano immersi nel liquido. Sala a piacere, quindi metti un coperchio sulla pentola e continua la cottura a fuoco dolce per circa 30-40 minuti. Testa con una forchetta la cottura del carciofo prima di spegnere la fiamma.
Servi i carciofi caldi o tiepidi o freddi…o tutte e tre le cose insieme. Assaggiali, chiudi gli occhi e sogna.
Acky
maia says
Ho scoperto questo blog per caso e devo dire che l’ho trovato davvero interessante!
Torneró presto a trovarti
ciao