Ponte del 17 marzo, anniversario dell’unità d’Italia (a proposito c’è tempo fino al 17 maggio x partecipare al contest tricolore di Alessandra di Cuoca a Tempo Perso!), partenza in aereo da Roma a Lione prevista per il pomeriggio, ma le prime impressioni – o forse sarebbe meglio dire fatti – non depongono proprio a favore di questo viaggio: la mattina in ufficio la mia capa mi deposita sulla scrivania una monetina da 2 cent e una spilla a forma di bottone: ‘guarda li ho trovati x terra, dicono che porta fortuna!’ …più tardi entro in macchina e trovo a terra un’altra monetina da due cent…identica…lo leggo come un segnale?…con disinvoltura mi dò una grattata..
Arriviamo in aeroporto e lasciamo la macchina al parcheggio prenotato x la sosta. Mentre Luca parcheggia e sbriga le formalità amministrative, io vengo adibita a caricare i bagagli sulla navetta x l’aeroporto sotto la pioggia, ma appena salgo sul pulmino tutta trafelata, il tizio mi bussa dal finestrino: signora, deve scendere, la sta chiamando suo marito dalla makkina, dice ke avete sbagliato parcheggio!’ ari-via, pioggia, ari-scarica bagagli, pioggia, ari-carica in makkina, altro giro altra corsa. E quando finalmente entriamo al terminal giusto il nostro aereo non figura nel pannello dei voli (sic!). Non vi dico che giro interminabile per scoprire che era un pannello inspiegabilmente incompleto…
E poi via! Zuppi ma felici…si parte! Sì, ma a condizione di una fila di 5 minuti buoni sulla scaletta dell’aereo sotto l’onnipresente pioggia. Ingannati da un volo sopra le nuvole e dalla vista di un cielo terso dove il sole prossimo al tramonto faceva capolino, atterriamo a Lione dove la pioggia torna ad attenderci. Trascurando altri piccoli particolari negativi, come problemi con la macchina a noleggio, ci avventuriamo sulla strada che porta verso il centro della città e verso il nostro albergo. E qui scenario apocalittico, diluvio universale, procediamo lentamente perchè non si vede nulla al di fuori del vetro della nostra macchina.
Quasi mi scende la lacrimuccia a ripensare a quella monetina, alla stanchezza accumulata negli ultimi mesi e a quanto necessitavo di staccare la spina x un po’. Poi all’improvviso, come se un angioletto avesse ascoltato i miei pensieri, la stessa strada che percorrevamo diventa asciutta, non solo non piove più, ma non sembra sia mai piovuto….e inizia la nostra piccola vacanza e il mio piccolo reportage di quella manciatina di giorni.
Da un punto di vista culinario di Lione porto con con me il pain perdu caramélisé, servito caldo con gelato alla vaniglia, anche se purtroppo non l’ho fotografato. Ma soprattutto questa sgargiante tartellette:
È una délice francese che si chiama praline rouge e che tempesta le pasticcerie di Lione. Anche se ha tutta l’aria di essere un dolce ai frutti rossi, in realtà ha il sapore di nocciola, che è infatti l’ingrediente principale, mentre il rosso è soltanto un colorante naturale che viene aggiunto semplicemente perchè è divenuto la caratteristica di Lione, così mi ha detto la proprietaria di una pasticceria.
Per non parlare del semplice clafoutis de pomme, gustato addirittura all’autogrill…
… tra un panorama e l’altro di mandorli in fiore… nella zona tra Lione ed Avignone…
…senza tralasciare una sosta per i macarons ad Orange…
Vi chiederete come abbiamo fatto ad assaggiare tutti questi dolci in 4 giorni…la risposta è in tanto spirito di sacrificio…;-)
Ad Avignone, dove per fortuna ci siamo lasciati definitivamente alle spalle il cielo grigio, accolti dal sole ma anche dal vento, abbiamo cenato in un ristorante memorabile i cui piatti meritano una citazione. Il ristorante si chiama le fou de fafa e lo consiglio per chi dovesse passare nella ‘città del vento violento’.
Ecco i piatti assaggiati
Terrina di foie di pollo all’anice stellato con chutney di mele /Calamari con salsa di mango in insalata /Entrecote alle cipolle caramellate con flan di carote /Gamberi in salsa tandoori con riso di Camargue / Cake alla banana e caramello con topping di panna
Potrei perdermi nei racconti infiniti (gastronomici e non) sulla pittoresca Avignone come mi sono persa nelle sue stradine, ma per ovvie ragioni mi fermo qui..rinviando ai prossimi giorni il resto della storia di queste pillole di Provenza…dove non proprio tutto ciò che mangi è esattamente come qua sopra…e per ora non dico altro.
Vi lascio con una ricetta in tema, quella dei financiers, dolcetti alle mandorle tipici della pasticceria francese – anche questi assaggiati! – più simili ai plumcakes che ai pasticcini, che si caratterizzano per la presenza di farina di mandorle e beurre noisette, che è il burro scaldato a bagnomaria ‘jusqu’à ce qu’il dégage un parfum de noisette’, ‘finchè non rilascia il profumo di nocciola…‘. Così dice Christophe Felder, nel suo libro ‘Patisserie!‘, che ho comprato ad Avignone dopo aver visto quello di Eleonora. Faceva così bella mostra di sè quel librone fucsia che non è stato pensabile resistere alla tentazione di portarlo via….e devo dire che ho fatto bene perchè è fantastico! Da questo libro ho preso la ricetta dei Financiers fraise, sostituendo le fragole con i lamponi (perchè le fragole ancora non hanno un gran sapore in questa stagione) e facendo qualche altra piccola modifica che vi dirò passo passo.
Ingredienti
150 gr di burro – 70 gr di polvere di mandorla – 30 gr di polvere di nocciola (io ho usato 100 gr totali di polvere di mandorla) – 170 gr di sucre glace (zucchero a velo) – 50 gr di farina – 1 stecca di vaniglia (io non l’ho usata) – 150 gr di bianco d’uovo (corrispondono a circa 4 uova) – 20 gr di polpa d’albicocca (io ho usato la stessa quantità della composta di kumquat preparata nei giorni scorsi) – 150 gr di lamponi (sono venuti circa 15 financiars, bisogna calcolare 3 lamponi per ciascun financier) – zucchero vanigliato per decorare
La ricetta dice: sul fuoco vivo fai fondere il burro, finchè non emana il profumo di nocciola. Per chi non se la sente di rischiare di bruciacchiare il burro, vi posso dire che va bene ugualmente sciogliere il burro a fuoco basso, per qualche minuto, il risultato sarà comunque eccellente (io ho fatto così).
Versare il burro in un colino per filtrare le eventuali impurità. In una terrina dai bordi alti mettere gli ingredienti ‘asciutti’ della ricetta (polveri, farina, zucchero) come fareste per qualsiasi altro muffin. Per chi vuole, questo è anche il momento di aggiugere qualche ‘grano’ della stecca di vaniglia (grattata con la lama di un coltello). Unire gli albumi, quindi aggiugere la polpa di albicocca o la marmellata che avete scelto (il mandarino o l’arancia ci sta benissimo). Aggiugere il burro stiepidito ed amalgamare con una spatola fino ad avere un composto liscio. Riempire gli stampini per muffin fino a poco sotto al bordo, disporre 3 lamponi su ciascun financier e infornare a 180° (forno statico) per circa 20 minuti (la ricetta di Felder diceva 10, ma dipende dal forno e dallo stampino utilizzato, i financiers si devono dorare un pochino e crescere leggermente).
Sentirete che delizia, si mantengono morbidissimi per diversi giorni, provare per credere!
Con questa ricetta partecipo al primo contest ‘Cosa sforno oggi?‘ di Dada di Le ricette dell’amore vero, per chi volesse partecipare e sfornare qualcosa…c’è tempo fino al 14 maggio!
Cranberry says
che belle foto!:O
e i dolcini….sono stupendi!!!maro…li mangeri tutti in un boccone!
Marianna says
Gnam! Mitica Acky!!!
Francesca says
ne so qualcosa di maratone di dolci in Francia 😀
curiosa la tartelletta rossa alle nocciole.
Hai fatto bene a prendere quel tomo fucsia, è una meraviglia, e i lamponi sono senz’altro meglio delle fragole…
ciao
salamander says
adoro la provenza!!!!
i financiers li ho preparati una votla sola, anche io ai lamponi, e mi sono venuti una meraviglia!!!!
Serena says
Davvero molto bello qusto tuo blog!
Ne approffitto per ringraziarti per il commento dolcissimo!
Come hai detto tu l’amore per la creatività e per l’arredamento mi è sbocciato presto, ma credo sia dovuto al fatto che sono cresciuta in una famigia molto creativa in diversi campi e anche per il fatto di aver iniziato ad essere sognatrice fin da piccola e di non avere mai smesso 😉
Un bacione
Serena
Le ricette dell'Amore Vero says
perfetta ricettina! ti aggiungo subito al contest! 😀
Valentina says
Che bel viaggio e che belle foto!! Sei stata ripagata delle piccole sventure… ciao!
Carlotta says
Quella praline rouge me la sono gustata con gli occhi…
Anche io non ho saputo resistere al fascino di “Patisserie” ma lì non c’è la praline rouge, è adesso come faccio?!? 🙂
Aspettiamo la seconda puntata del viaggio!!!
un bacio
Acky says
@Cranberry: grazieeee!
@Mari: amica, che bello averti qui! Oh se passi a trovarmi te li faccio non virtuali!
@Francesca: mi hai proprio incuriosito con le maratone, ma intendi da mangiare non da fare! Ce l’hai anche tu il tomone fucsia? Forte merita proprio e poi è spiegato bene!
@Salamander: ciao, allora verrò subito a vederli! 😉
@Serena: grazie anche a te! Sarebbe un peccato smettere, a qualsiasi età.
@Dada: ok thanks!
@Valentina: sì è vero! Grazie!
@Carlotta: eh sì, hai proprio ragione, e sai che anche sul web c’è poco e niente! dovevo chiederla alla signora..Ma se mi metto in testa una cosa…! Ti faccio sapere, così la sperimentiamo, besos!
Grazia says
Sono molto contenta anche io di avere “scovato” il tuo blog, doppiamenta contenta perche’ sei di Roma come me e triplamente perche’ siamo 2 Sagittari….;)
non ho un negozio, abito in zona Portuense (p.della Radio)e mi diverto da morire a cucire….sto pensando che potrebbe essere interessante cucire e contemporaneamente assaggiare questi meravigliosi financiers…;)
Grazie per la visita…a presto
Grazia
fausta says
i tuoi financiers sono stupendi e sai che detto da me che sono una golosastra…
Anche le immagini mi piacciono tanto, io foto così me le sogno.
La Francia è un bellissimo Paese che ho avuto modo di visitare più di una volta (mio marito andrebbe sempre lì, in vacanza. Ma non è che si potrebbe cambiare un po’, per favore???).
Quando e se vuoi passare da me avrai una piccola sorpresa (NO, non è un premio! Quindi non gongolare anzitempo!).
Un bacio e a presto
Marina says
AcKy… mi hai fatto rivivere due vacanze che sono mi rimaste nel cuore. A Lione ci sono stata a novembre, ho assaggiato il dolce tipico rosso e soprattutto ho scoperto una città piena di piccoli angoli meravigliosi.
In Provenza siamo andati nell’estate del 2009 e non ti dico…(sospiro sognante!)
Io sono come il marito di Fausta… fosse per me solo Francia!!!
Un abbraccio enorme
Marilì di GustoShop says
Hey Acky, che bel reportage, mi hai fatto fare qualche risata mentre l’acquolina in bocca saliva, per culminare con i tuoi magnifici dolcettini, piccoli morsi di paradiso, vero ? [io vado spesso a Lione e mi piace assai, dintorni compresi : la Borgogna e la valle del Rodano]
Rosalba says
Bellissimo post! Mi hai fatto sognare, con le tue foto e il tuo bel racconto culinario, di una terra che vorrei tanto visitare. I dolcini poi?? Che squisitezza!!! Brava 😉
Bacioni
terry says
Uno dei posti che vorrei visitare la Provenza… che pillole invitanti le tue, così come questi financiers…deliziosi!
fiordisale says
maddai, davvero quella meraviglia color rubino è fatto col colorante? ma sai che quasi quasi ci provo? Molto carino il tuo blog, complimenti
ackyart says
@ grazia: ciao! Allora quadruplamente contenta xchè siamo pure quasi vicine di zona, io sn all’eur e prima abitavo più o meno zona tua! Sul fatto di essere sagittario c’è dubbio: in realtà sn classificata capricorno, o meglio cuspide, che in effetti è cm mi sento più io: un po’ e un po’! Ciao a presto!
@Fausta: dai nn è vero che foto così te le sogni, sei bravissima! E poi hai avuto un’idea geniale! Ho già risposto da te, ma ancora grazie x la tua bellissima sorpresa..! Ps: x la Francia sai che anche io la pensavo cm te e piano piano sto diventando cm tuo marito?? Baci
@Marina: huuu che bello una fan della Francia…sai che se nn sbaglio anche noi ci siamo stati la prima volta nel 2009? No forse era 2008! Che memoria…! Lione nn l’ho vissuta molto perchè siamo stati poco tempo, ma è una bella città universitaria…e poi quel dolcetto…lo proviamo?! 🙂
@Marilì: ciao! Mi fa piacere ke due risate ci sn scappate…allora vedrai il seguito della mia disavventura…;-) oh che figata che ci vai spesso in questi posti, beata tèè! Ciao bella 😉
@Rosalba: felice che ti sia piaciuto..! Grazie, ti mando un bacio e ti auguro un buon fine settimana!
@Terry: grazie mille! Pillole ‘salutari’ 😉 Devi andare in Provenza! È il tuo prossimo obiettivo! 😉 questo è il periodo migliore! Bacio
@ Gì: ciao! Ebbene sì! Sto cercando di capire la ricetta x provarla, facciamola insieme dai! Grazie
Elena says
Che belle foto! Mi piace molto il tuo blog, grazie per avermelo fatto scoprire.
Un bacio
archichef says
leggendo la tua storia mi sono resa conto che ha parecchi punti in comune con la mia. Hai ragione, la vena artistica non va trascurata ma lasciata “sfogare”…
La ricetta è golosissima e la farò senz’altro! gnamm!!!
Comzia says
Sky, ciao , ma gli albumi non li vedo
O sono orba? Li vedo solo negli ingredienti ma non nel l’esecuzione… Vanno montati o no, solo girati col resto? Grazie Acky:-)
Cinzia says
A chi maglie albumi non li vedo nell’esecuzione vanno montati ho solo girati grazie
Cinzia says
Scusa gli errori ma il telefono non capisce bene i messaggi vocali!
ackyart says
Ciao Cinzia, quanto tempo!!
Hai ragione, li ho dimenticati: gli albumi vanno aggiunti subito prima della polpa/marmellata, senza montarli. Grazie della tua domanda, così ho avuto modo di rivedere la ricetta e correggerla. Un abbraccio, a.